12 Giugno 2019
Primo piano

Centri Commerciali una filiera da 139 mld


L’Industry dei Poli Commerciali attiva valore lungo il sistema economico nazionale per quasi 140 miliardi di euro, con un impatto occupazionale che supera i 780.000 occupati. Questi i principali risultati dell’analisi “Industry dei Poli Commerciali in Italia. Tra filiera e ruolo sociale” curata da Nomisma per conto di CNCC Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali presentata oggi presso la Sala Conferenze di Palazzo Montecitorio. Lo studio condotto da Nomisma ha consentito di mappare e dimensionare le caratteristiche dei Poli Commerciali, con approfondimenti relativi alla capacità di attivazione socio-economica e al ruolo sociale e relazionale che distingue sempre più l’Industry. Nel 2018, alle 1.254 strutture presenti in Italia (1.020 delle quali sono Centri Commerciali, 181 parchi commerciali, 30 Outlet center, 23 Leisure center) sono collegati 71,6 miliardi di fatturato diretto (netto Iva) – pari al 4% del PIL italiano, 587.000 posti di lavoro e un contribuito al gettito fiscale per 27,8 miliardi di euro.

Il percorso di ricerca targato Nomisma ha messo in evidenza la fitta rete di relazioni e rapporti di fornitura che caratterizza l’Industry dei Poli Commerciali e che consente di estendere gli effetti dell’attivazione economica e sociale lungo tutta la filiera. Per far fronte ad un fatturato diretto di 71,6 miliardi di euro, l’Industry ha infatti acquistato beni e servizi attivando rapporti di fornitura per ulteriori 54,1 miliardi di euro, che si sono tradotti anche in 159.000 posti di lavoro addizionali .

Gli impatti diretti e indiretti descritti hanno originato reddito addizionale distribuito agli occupati coinvolti – in modo diretto o indiretto – nella filiera per un valore di 13,4 miliardi di euro.
La capacità di attivazione complessiva dei Poli Commerciali – sottolinea Nomisma – si attesta quindi a 139,1 miliardi di euro e genera 783.000 occupati.

Le attività di mappatura dell’Industry non si sono limitate a valutare il ruolo propulsore dei Poli Commerciali per l’economia italiana e il mercato del lavoro, ma sono state arricchite da una fase di ascolto della popolazione – che ha previsto il coinvolgimento di oltre 1.000 rispondenti su tutto il territorio nazionale – finalizzata ad indagare il posizionamento dei Centri Commerciali nelle abitudini degli italiani.
I Centri Commerciali – senza perdere la loro funzione core, ossia quella degli acquisti (effettuati dal 86% dei regular user, ossia chi frequenta il Centro Commerciale almeno 2 volte al mese) – si configurano sempre più come social hub, luoghi di aggregazione e socializzazione in cui trascorrere il tempo libero e fruire di servizi accessori. Per l’83% dei regular user, infatti, il Centro Commerciale diviene un luogo in cui trascorrere il tempo libero guardando vetrine e curiosando tra le offerte, il 38% in un Centro Commerciale usufruisce anche delle proposte enogastronomiche presenti nella galleria (ristoranti, pizzerie, fast-food, tavole calde…) 2 regular user su 10 si recano invece al Centro Commerciale spinti da motivazioni di socializzazione: incontrare amici o partecipare ad eventi.

Nella definizione del nuovo ruolo dei Centri Commerciali, è importante anche il posizionamento che stanno acquisendo come attrattori turistici: non solo il 69% degli italiani ha frequentato un Centro Commerciale durante le sue vacanze, ma per il 42% la visita ad un Centro Commerciale o Outlet lontano dal luogo di residenza è addirittura la motivazione principale per cui si organizza un viaggio o una gita in giornata.
“Abbiamo commissionato questa ricerca a Nomisma affinché emergesse concretamente, anche nei numeri, l’importanza strategica dell’industria dei centri commerciali, retail park e factory outlet – ha sottolineato Massimo Moretti Presidente CNCC. Credo che i risultati emersi parlino da soli, in termini di occupazione generata su tutto il territorio nazionale (2,3% dell’intera forza lavoro nazionale), con una particolare attenzione ai giovani ed alle donne, incidiamo per il 4% in termini di contributo complessivo al PIL italiano e non ultimo sosteniamo imposte annue per circa 27,8 miliardi di euro. Ma se l’importanza economica del nostro settore (diffuso su tutto il territorio nazionale, anche nelle zone più disagiate, non si dimentichi) è acclarata, colpisce anche l’impatto sociale dei centri commerciali nelle vite dei nostri concittadini. Mediamente ogni giorno fra i 4 e 6 milioni di italiani visitano un centro commerciale e, cosa importante, lo fanno in compagnia (con la propria famiglia o con gli amici per il 79% degli italiani): siamo le nuove piazze dove le persone amano incontrarsi e stare insieme con i propri cari. Questa funzione la svolgiamo soprattutto nelle realtà italiane dove un luogo bello, pulito e sicuro risulta indispensabile. E sempre più ci trasformeremo in luoghi dove fare esperienze e dove passare serenamente il proprio tempo. Mi auguro quindi maggiore attenzione e tutela per un settore che crea ricchezza per l’Italia in termini quali-quantitativi, come avvalorato dai dati emersi dallo studio di Nomisma, affinché l’industria dei centri commerciali possa continuare ad espletare il suo ruolo centrale di creazione e sviluppo di veri e propri social hub fisici sul territorio a beneficio dell’intero Paese.”

“Lo studio di Nomisma è stata l’occasione per fare il punto sull’industria dei poli commerciali – ha spiegato Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma – dando la giusta attenzione ad un settore che merita dignità non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. La ricerca si è proposta in primis di dimensionare correttamente il settore sfatando il mito di una sovra-dotazione che nei fatti non esiste. La dotazione in termini di strutture e superfici è analoga a quella di altri Paesi europei come Francia e Spagna. Un altro obiettivo è stato quello di mettere in evidenza la forza di attivazione economica del settore – in grado di generare un impatto complessivo – diretto, indiretto e indotto – di oltre 139 miliardi di euro.
I centri commerciali sono diventati un importante punto di aggregazione per i cittadini che hanno identificato in essi, non solo un luogo dove fare acquisti, ma anche un hub dove vivere esperienze e passare momenti di intrattenimento. Nell’era in cui troppo spesso si assiste ad isolamento sociale, i centri commerciali diventano nuove piazze di aggregazione. La survey Nomisma – condotta su oltre 1.000 persone che hanno frequentato i centri commerciali nell’ultimo anno – ha indagato in profondità il ruolo relazionale che i poli commerciali svolgono per e nei territori in cui sono presenti. Quel che ne emerge è un unanime riconoscimento della capacità dei centri commerciali di rispondere alle esigenze dei cittadini, non solo tramite l’offerta commerciale – che rimane l’attività core e principale – ma anche attraverso la proposta di eventi e di servizi accessori (dentista, parrucchiera…) fruibili ad orari flessibili – punto di forza per il 70% degli user dei centri commerciali – e in tutti i giorni della settimana. Sono questi i punti cruciali dello studio, le evidenze su cui porre l’attenzione affinché i risultati dell’analisi condotta da Nomisma diventino stimoli e spunti di riflessione nell’ottica di una valutazione che consideri tutte le forme di valore – economico, sociale, relazionale – generato dall’industry dei Centri Commerciali”.

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